Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/517


parte seconda. 509

   Tu che al pentirsi generoso dài
   Col Maligno a lottar forza che basti,
   Diva Patrona, tu non niegherai —
   A costei che del mondo in fra’ contrasti
   Ignara di fallir perdė sua via,
   E or geme e plora — il tuo perdon, Maria!

Una Penitentium, altre volte per nome Gretchen, o Ghila, in atto umile.

      Dègnati, Immacolata,
   Volger pietosi a me tuoi divi rai,
   A me santa e beata — in cotal giorno!
   Colui che in terra amai
   Scevro di lutli guai — fa a Dio ritorno.

I Fanciulli Beali, intanto che si accostano levemente roteando.

      Già di quella virtude
   Cui nessun uom mortale
   Ad intender non vale
   Ei tanto in sè racchiude,
   Che ciascuno in fra noi di troppo avanza.
   Di zelo e di costanza
   Premio daranne al certo
   Qual conviensi a fratel fedele e degno.
   Noi del terrestre regno
   Presto, ben si può dir, fummo rapiti:
   Ma questi, ch’è del mondo assai più esperto,
   Di quanto ei vide e sa
   Notizia ne dará.

La Peccatrice, della prima d’ora Gretchen.

      Cinto da cori angelici
   Il Novizio beato,
   Se vegli o dorma a giudicar non vale.