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494 fausto.

   Frangesi spumeggiando, e la divina
   Folgor trisulca che lo spazio accende,
   E disperde i vapori onde coverto
   Mostrasi il dì, non son dunque soavi
   D’amor messaggi? All’uom d’alta, possente
   Forza prenunzi e’ son, che mai non resta,
   Salda, operosa, e l’universo abbraccia.
   M’arda ella dunque a posta sua, chè triste
   Soffre, s’accascia gelido, inquïeto
   Lunge da lei lo spirto, entro la breve
   Chiostra de’ sensi imprigionato, e tutto
   Da’ ferrei ceppi della terra oppresso!
   Pace, oh! pace una volta abbian, Signore,
   I miei pensieri! e a questo cor gemente
   La sospirata tua luce risplenda!

Pater Seraphicus.Regione media.

     Qual nebbia porporina
   Di mezzo a’ rami degli abeti ondeggia?
   Ah! il cor ben l’indovina:
   Son queste le beate
   Schiere de’ fanciulletti
   Nel vivo lume dal desio portate; —
   Il giovin coro degli Spirti eletti!

Coro di Fanciulli Beati.

     Dinne, chi siamo? o a quale
   Parte drizzato, o Padre, è il nostro volo!
   Felice ed immortale
   È ognun di noi; chè solo
   Dell’esser nostro vaghi
   Nulla ha il mondo oggimai che più n’appaghi!

Pater Seraphicus.

     Alla dïurna luce appena usciti,