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492 fausto.

   Che l’uomo accorto, se un bel di si lascia
   Follemente sedur da questi stupidi,
   E’ dovrà alfin di sua stoltezza piangere.



DIRUPI, BOSCHI, ROCCE, LUOGHI SOLITARI.


SANTI ANACORETI, dispersi qua e là sulle altrure de’ monti, e ricoverati ne’ crepacci del granito.

Il Coro e l’Eco.

     De’ turbini a seconda
   Sui massi di granito il bosco ondeggia,
   Ove stan le radici abbarbicate;
   Espessa infino al ciel bella corona
   D’alberi annosi intorno lo circonda.
   Un’onda mormorando altr’onda incalza;
   Nel sen d’orrida balza
   Si schiude ampia caverna,
   Ed il lion tacente
   S’aggira intorno solitario e cheto
   Portato dal desio che lo governa.
   Di questo asil secreto
   Quasi al sacro mistero ei renda onore,
   Mister tutto d’amore!

Pater Extaticus, vagando per luoghi alti e bassi.

     Dive fiamme cocenti,
   D’amor vincoli ardenti,
   Doglia atroce che il petto ange e martira
   Anelante a quel Dio che a sè mi tira!
   O folgori, o catene, o lance, o strali