Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
490 | fausto. |
Per quanto il mondo
Girasi allondo,
Del giusto sola
Può la parola
Un cor redimere
Dal suo fallir.
Del tentatore
Sfugga agli agguati
Chi anela vivere
In fra’ beati!
Mefistofele, rientrando in sè.
Or donde questo? Che m’avvenne? ahi misero!
Tutta una piaga ecco son fatto, e gli ulceri
Veggonsi pullular come fior d’acero;
Qual Giobbe un dì, fo schifo a me medesimo.
Non monta! io sol trionfo, e ancor son diavolo.
Lo smarrito mio senno a me quest’orrido
Spettacolo ridona.... e profittevole
Fia la lezione, o sciagurati: in guardia
Noi sarem quind’in poi. Salva ho di Satana
La miglior parte; sol la cute aggiungere
Può la febbre d’amor, e l’esecrabile
Flagel di questa atroce fiamma spegnersi
Già miro, e ben poss’io, come tu meriti,
Razza d’ermafroditi, il vituperio
E la bestemmia ancor lanciarti in faccia.
Coro di Angioli. Mirabil estasi!
Chi in te s’accende
Nel miro incendio
Già Dio comprende.
A schiere a schiere
Riedasi al ciel!