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484 fausto.

        Trovi al destarsi
        D’intorno sparsi!

Mefistofele, ai diavoli.

    Ma donde avvien che dalle piante al vertice
    Tremar vi miro e abbrividir? Costumasi
    Forse questo in inferno? Oh scempi, oh stupidi,
    Durate immoti ad affrontarli e intrepidi.
    I clericucci d’irretirne or pensano;
    E già con quelle frascherie di fracidi
    Fiori che d’alto sulla terra gittano
    Di noi vittoria riportar si vantano!
    Di noi diavoli al foco usi a resistere!
    Attenti! attenti! Forte un buffo mandino
    Vostre mascelle, tal che si sparpaglino
    Tutti questi nonnulla! — Basta! — Il canchero
    Vi colga! Basta! I giovincelli pallido
    Han fatto il viso. — Rinchiudete or l’orride
    Boccacce, e queto stia ciascuno e mogio! —
    Troppo soffiaste, o tangheri! — Che limite
    Mai non sappiate nell’agir conoscere?
    Maledizion! ciò ch’era d’uopo sperdere
    Arde, divampa, e già la fiamma eterea,
    Presta a inondarci, turbina per l’aria.
    A posto! via! leal certame imprendasi!...
    Stremi di forze e di coraggio i démoni,
    Sotto all’influsso d’esto carezzevole
    Intenso foco, omai si stanno ed ebbrii.

Gli Angioli. O fiori lucenti,

        O fiamme felici,
        In queste pendici
        Recate l’amor!
          Di gioia languenti