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parte seconda. 449

possente, e v’assicura il beneficio; ad ogni modo, perchè all’alto autorevole nulla manchi, vuolsi aggiungervi il titolo ufficiale, la firma; e per la redazione in piena regola, ecco all’uopo venirne l’uomo indispensabile.

L’Imperatore. Quanto una volta si commette alla sua chiave, mantiensi incrollabile per secoli e secoli. Tu miri colà quattro principi, co’ quali abbiam testè concertata la costituzione della imperial nostra casa. Ora poi, quanto codesto impero nel suo seno comprende, vo’ che su cinque forte e potentemente s’appoggi! Primeggino essi fra tutti in possessioni, e a tale effetto l’ampiezza de’ loro dominii si accresca da questo punto del pingue patrimonio goduto per lo innanzi da coloro che sonosi da noi separati. A voi pertanto, o miei fidi, assegno buona mano di belle borgate, aggiungovi il sovrano diritto di stendervi più lungi ancora, giusta l’occasione, sia per acquisto, sia per iscambio. Inoltre, abbiatevi la facoltà di esercitare pacificamente le ragioni di signoria che vi competono. Come giudici, pronunzierete sentenze assolute: a nessuno fia dato appellarsi contro codesto tribunale supremo.1 Sieno pure di vostra spettanza le imposte, i censi, i diritti d’omaggio e di scorta, i pedaggi, i monopolii delle miniere, delle saline, delle zecche: avendovi noi dato, in contrassegno della nostra piena riconoscenza, il primo luogo dopo la nostra Maestà.2

  1. Privilegium de non appellando, — che è una delle prerogative degli elettori dell’Impero.
  2. Sembra che Goethe si studii di riprodurre il tuono e le espressioni della Bolla d’Oro, che l’ebbe così al vivo toccato nella