Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/456

448 fausto.

a dovizia di squisiti vini provviste; e sii tu stesso sobrio e riservato, nè avvenga mai che ti lasci cogliere dalla tentazione di cioncare oltre quanto comporti un’allegria convenevole e ragionata.

L’Arcicoppiere. Sire, gli sbarbatelli, se veggansi trattati a fidanza, si cangiano in uomini più tosto ch’altri sel pensi. Ed io non meno son tratto in mezzo a questo sontuoso apparecchio: e disposta con isplendidezza un’imperiale credenza, la cuopro con vasellame di gran valsente, d’oro insieme e d’argento; ma di quante ve n’ha, fia trascelta per te la coppa operatrice di malie, d’un puro cristallo di Venezia, nel cui fondo ogni bene è riposto, coppa che dà al vino un sapore più piccante, e ne modera alquanto quelle particelle che ti scompigliano la ragione. Spesse fiate per altro ci fidiamo un po’ troppo a talismani di tal fatta: la tua sobrietà, o sire, fia per te senza meno la miglior guarentigia.1


Entra l’ARCIVESCOVO.2

L’Imperatore. A quali incarichi vi ebbi in quest’ora solenne destinati, l’udiste in confidenza dal mio labbro infallibile. La parola dell’Imperatore è

  1. Le quattro dignità conferite dall’Imperatore a’ suoi ministri sono gli attributi degli elettori d’Alemagna: quello di Sassonia è arcimaresciallo; quello di Brandeburgo, arciciamberlano; quello del Palatinato, arcicoppiere; quello in fine di Boemia, grande scalco. Alle feste dell’incoronazione imperiale, gli elettori attendono in persona alle fuozioni di servizio indicate qui dall’Autore. (Si confronti questa scena colla Ballata di Schiller: Il Conte di Ausburgo.)
  2. L’arcivescovo, che è ad un tempo arcicancelliere, rappresenta qui l’elettore di Colonia, il quale, a partire dall’anno 1246, quella doppia dignità in sè riunisce.