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por tempo in mezzo, vi dichiaro meco congiunti, voi i quattro più meritevoli, sicchè abbiate ad aiutarmi nel reggimento della famiglia, della corte e dell’impero. (Al primo) A te, o principe, andiamo debitori della saggia direzione data all’esercito, e dell’ardire ed eroismo ond’esso diè prova nel punto decisivo. Seguita a fare in tempo di pace quanto sieno le circostanze per dimandare: io li nomino maresciallo ereditario, e li fregio della spada.

Il Maresciallo Ereditario. Quando la fedele tua milizia, occupata finora nell’interno dello Stato, avrà da spingersi alle frontiere per consolidare la tua possanza e il tuo trono, siane consentito, di mezzo alla immensa moltitudine raccoltasi a festeggiarti entro a’ saloni dell’avito tuo castello, il dar ordine alla cerimonia. Dinanzi a te, a te di costa, io vo’ brandire codesta spada, salvaguardia in perpetuo della più sublime e più eccelsa maestà.

L’Imperatore, al secondo. E tu che al valore sai delicatezza congiungere e cortesia, sarai gran ciamberlano, dignità che non è poi sì agevole e da poco. Tu meriti la precedenza fra tutti quelli della mia casa, che divisi tra loro per cagione d’intestine discordie, sonmi diventati servi traditori e malvagi: l’esempio tuo faccia quindinnanzi manifesto quanto sia pregevole ed onorato chi sa acquistarsi la buona grazia del suo signore, della corte, di tutti!

Il Gran Ciamberlano. L’eseguire i grandi concetti del mio re, mi pone in grado di soccorrere ai buoni, e di non punto nuocere a chicchessia, fin anco a’ tristi; di mostrarmi schietto senza artificii, e senza trufferie pacato e tranquillo. Se il tuo sguardo, o