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tempo su quel trono mal fermo, s’io pongomi alla testa della falange.

Eilebeute vivandiera, facendogli vezzi. Tuttochè non siami secolui maritata, è pur sempre vero che di quanti v’ha fantaccini questo è che più dàmmi nell’occhio. Ecco i frutti che per noi si maturano! Terribile è la donna, quand’ella piglia; più dura d’un macigno, quando la ruba. Alla vittoria dunque! e tutto è per bene. (Exeunt.)

Il Generale in Capo. A mancina, com’era da prevedere, il corno destro si precipita a furia. Fia che s’oppongano corpo a corpo al disperato lor tentativo di portar via d’assallo la forra.

Fausto indicando a sinistra. Ti consiglio, o signore, di por mente a costui. Non fia cosa mal fatta che a’ prodi un altro prode si unisca a viemmeglio afforzarli.

Haltefest s’avanza. Pensiero alcuno non vi pigli dell’ala sinistra! Là dov’io sono, è assicurato e saldo il possesso; non manca al vecchio fermezza; e sfido persino la folgore a strapparmi di mano ciò ch’io tengovi serrato. (Exit.)

Mefistofele scendendo dalle alture della montagna. Mirate adesso, come in fondo ad ogni gola gli armati si accalchino, occupando gli strelli viottoli! D’elmi e di corazze, di lancie e di scudi han fatto un muro dietro a noi, in attesa del segnale per ballersi. (Con voce bassa, agl’iniziali.) Onde ciò, nol chiedete. Con tutta schiettezza, non ho perduto pure un istante; e quante sale d’armi son ne’ dintorvi, le ho saccheggiate e vuotate. Teneansi là ritti, in sella; e avresti detto esser eglino pur sempre i padroni della terra. Cava-