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parte seconda. 427

non poco vantaggiosa l’intero esercito ristretto; e ho grande fiducia che una tale scelta abbia a darne buoni risultati.

L’Imperatore. Che fia per succedere cel vedremo fra poco. Intanto codesta specie di fuga, codesta ritirata mi dà pena indicibile.

Il Generale in Capo. Guarda, o mio principe! alla nostra diritta. Un suolo come questo prestasi mirabilmente al piano di guerra che ci siamo formati; alture poco ripide, e tuttavia non troppo accessibili, favorevoli a’ nostri, perigliose al nemico; e noi, mezzo nascosti sur un piano pieno di solchi e di fosse, dove la cavalleria si periterà ad innoltrarsi.

L’Imperatore. Non ho che a lodarmi d’ogni cosa; qui braccia e petti avranno campo di cimentarsi.

Il Generale in Capo. Vedi tu colaggiù nell’aperta pianura la falange in duro scontro impegnata? Le picche scintillano per l’aere, di contro a’ raggi del Sole, tra le nebbie vaporose del mallino. Ve’ muoversi qua e là i negri flutti di quel quadrato formidabile! Migliaia e migliaia d’uomini si struggono quivi per desio di fatti magnanimi e grandi. Misura da ciò quanto sia per essere il nerbo dell’esercito; io tengo per indubitato ch’ei varrà a sgominare la forza nemica.

L’Imperatore. Oggi per la prima fiata m’avviene di godermi un tal colpo d’occhio; in un esercito cosiffatto ciascun milite vale per due.

Il Generale in Capo. Nulla ho a dire della sinistra, tanto son gagliardi e valorosi que’ che stanno in guardia della rocca massiccia. Quel picco di granito, da un capo all’altro luccicante di spade e di