Sfolgoranti origlieri, ecco la nube
Di gigantesche forme immagin diva
Farsi vegg’io. Ben Giuno è quella,! È Leda!
Elena è certo! Oh la beata e cara
Celeste visïon! — Ahi! me diserto!
Come ratto svanì! Già, già l’informe
Massa in un sì raccoglie, e sterminato
Monte di ghiacci raffigura, in cui
Di mia giovine etade in fiamma viva
Il sentimento si riflette. Fuore
Da’ colli un dolce e tiepido si spande
Vapor che lene discorrendo, nove
Forme elette ridesta, e il cor mi bea.
Di mia fiorente giovinezza, o primo
Desio, suprema voluttade, o sola
Gioia che in mente anco mi sei, divino
Söave aspetto, così dunque gioco
Di me ti prendi? Oh! di quegli anni io tutta
Gusto l’ebbrezza, e al rammentarli, in petto
Il cor si gonfia, si dilata! — Amica
Dell’alba orezza, nelle vaporose
Tue nebbie il pronto de’ suoi vispi occhietti
Volgere io miro, ahimè! compreso appena,
Su cui tempo non vale, obblio non puote:
Chè de’ vivi splendori eternamente
Fia che il tesoro l’anima mi schiari.
Siccome etereo spirito immortale
Per la immensa del ciel plaga s’aderge
Vestita del color di fiamma e d’oro
La bella crëatura, e seco a volo
La migliore di me parte solleva.