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parte seconda. 409

fine siamo libere dagl’incantesimi, — libere dagli schifosi lacci fantastici della vecchia sgualdrina di Tessaglia, non che dallo squillo confuso di que’ suoni scordati ed aspri che ti straziano gli orecchi, e mille tanti più l’anima e l’intelletto. Scendiamo dalle Iadi! Già v’andò la regina con passo maestoso e solenne; ed è ragionevole che le ancelle fedeli le abbiano a tener dietro sull’atto! Noi la troveremo presso al soglio dell’Impenetrabile.

Coro. Se l’ho a dire, le regine trovansi bene da per tutto; e fin là in seno alle Iadi occupano alti seggi, — in orgoglioso consorzio co’ lor pari, e in piena intrinsichezza con Persefone. — Noi all’incontro, in fondo a’ campi di asfodilli, nella monotona compagnia degli alti pioppi, de’ salci infecondi, che abbiamo noi da ricrearci? Nostro passatempo è il nicchiare e dolerci, qual vedi fare a’ vipistrelli, con lamentío increscevole, fantastico!

La Corifea. Chi non s’è fatto un po’ di nome, ei non stà in pensiero di cosa al mondo che nobile sia, appartiene agli elementi. – Dunque, spicciatevi! ch’io mi struggo d’essere colla mia regina. Non il solo merito, ma altresi la fedeltà salva dall’obblio le persone. (Exit.)

Tutte. Noi siamo, è vero, tornate alla luce del dì, — cessammo per altro d’essere persone, od enti; — lo sentiamo, sappiamcelo troppo bene. — Quanto al tornarcene dalle Iadi, nol faremo nė ora nè poi. La Natura viva in perpetuo ha il suo pieno diritto sopra di noi, e noi sopra di lei n’abbiamo altrettanto.1

  1. Dopo tante vicissitudini, il Coro rientra in sè, e conosce