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392 fausto.

Nestore già non è più. Tutte codeste misere alleanze di regi, furono fino all’ultima dall’indomita nostra armata rotte e disperse.

Respingete di tratto Menelao da queste mura, e cacciatelo verso la marina! Ch’ei vada errando e saccheggiando da verace corsaro! Tale fu sempre il suo piacimento, tale il suo fato.

La regina di Sparta m’impone di salutarvi per duchi; sia dessa la sovrana della valle e del monte, e vostra gloria e letizia vostra ch’ella qui regni!

Tu, o Germano, vanne a difendere, afforzandolo, il golfo di Corinto; a te, o Goto, sia commessa la salute dell’Acaia dalle cento voragini.

L’esercito de’ Franchi si avvii alla volta di Elide; Messene vo’ a’ Sassoni affidata; purghi il mare il Normanno, e investa l’Argolide!

Ciascuno allora avrà il proprio regno, e potrà al di fuori le sue forze e i suoi fulmini indirizzare. Nulladimeno Sparta dominerà sempre su voi, Sparta la città antica della regina.

Ed ella esulterà in veggendovi gli uni come gli altri godervi quella contrada che di niun bene che al mondo sia sente difetto. Traete di buon animo a chiedere a’ piè di lei la investitura e il dritto e la luce! (Fausto discende; e i capi lo accerchiano onde pigliare i suoi ordini, e udirne i consigli e le istruzioni.)

Il Coro. Chi pretende di possedere la più bella, s’avvisi anzi tutto di tenersi, come vuol prudenza, in armi; la cortesia di costui ebbegli dato in pugno il più dolce tesoro che fosse mai, non può per altro godersi in pace la propria conquista; gli adulator