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le cortine e gli addobbi per la tenda; la quale si spiega a bei festoni in sul capo della nostra regina, chè già Elena, invitata, tiensi sul regal seggio assisa. Salite lassù, per ogni grado; e disponetevi in grande solennità! Oh benedetta, oh benedetta, oh per la terza e per la millesima volta giustamente benedetta una così dignitosa accoglienza! (Quanto va cantando il Coro appuntino si compie.)

FAUSTO, dopo che i giovinetti e gli scudieri ebbero sfilato, mostrasi allalto della scala, sfarzosamente vestito del cavalleresco abito di corte del medio evo, e discende lentamente e con dignità maestosa.

La Corifea osservandolo con attenzione. Se gli Dei, come usano spesso di fare, non diedero in prestanza a costui per breve tempo quel mirabile e dignitoso aspetto, quell’aria sublime, e quell’amabile contegno, tutto quanto fia da esso intrapreso avrà il suo buon effetto, sia ch’ei mova guerra agli uomini, sia ch’entri in lievi lotte amorose colle belle e galanti femmine. Confesso ch’e’ mi pare dappiù di tanti altri che a’ miei occhi davansi a vedere come pregevoli in sommo grado. Ed eccolo avanzarsi con passo grave e solenne che ti astringe alla venerazione. Volgiti a lui, o regina!

Fausto s’innoltra, avendo da fianco un uomo in catene. Invece di riverentemente salutarti qual si converrebbe, invece di dirti con voce solenne la benvenuta, traggoti innanzi, carico di ferri, codesto servo indegno, che mancando al suo debito, di compiere il mio m’impediva. — Cadi ora appiè dell’augusta signora, e a lei ti confessa colpevole qual sei