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parte seconda. 369

eletta qui a massaia, non poco a te confidando: la borgata e il tesoro conquistato coll’armi.

La Forcide. Cui tu abbandonavi, vòlta alle mura d’Ilio, ed alle gioie inesauste dell’amore....

Elena. Non mi ricordare tai gioie: l’immenso pondo di angosce senza nome m’oppresse allora il cuore e la mente.

La Forcide. Ma corse intorno una voce, che ti mostrasti a quell’epoca doppio fantasima, facendoti vedere ad un’ora in Troia ed in Egitto.1

Elena. Non accrescere il turbamento de’ miei sensi abbattuti; chè già fin d’ora, non so troppo bene chi io mi sia.

La Forcide. Dicono inoltre che, fuggitosi all’impero delle Ombre, venisse Achille, contro ogni legge

  1. Troviamo in Erodoto la chiave di codesto labirinto, dove l’eroina di Goethe si smarrisce sulle orme della Forcide. Elena fuggente con Paride, è spinta all’Oriente; e il re d’Egitto, Proteo, informato da’ suoi intorno al nome ed al grado degli ospiti, s’impadronisce tantosto di Elena e de’ tesori che seco aveva, e a Paride impone lo sfratto da’ suoi Stati. Intanto, ad una tale novella, Menelao, che s’era dato ad inseguire la rapita consorte, affrettasi di farvela verso l’Egitto; ma prima ch’ei v’approdi, il re Proteo muore, ed il figliuolo di lui pone alla sua volta in così dure strette la povera Elena, che uscita ella dal palagio va a rifugiarsi presso la tomba dell’antico re. Là passa i giorni trista e nel pianto, e la voce di Mercurio che l’accerta del ritorno allo sposo ed alla patria, riesce mala pena a farle sopportare la esistenza. Da ultimo arriva Menelao, nel punto che, poggiata al sepolcro, lo spirito invoca del suo protettore. Riconosciutisi, gli sposi si abbracciano; e rimessi in libertà dal re d’Egitto, riprendono il cammino per a Sparta. (Erodoto, Euterpe, lib. XI.) Ora, codesta favola che in modo veruno può collegarsi al mito comunemente accettato del ratto di Elena, porge occasione alla leggenda della doppia presenza di lei. La quale viene per modo turbata dall’apparizione e dalle invettive della Forcide, che ne perde il senno. La sua memoria si confonde, dàssi a credere per tutt’altra da quel che è, forse l’Elena egiziana, e finisce col porre in dubbio la sua propria esistenza.