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ove sorge il talamo, sontuosamente guernito, vicino alla stanza del tesoro. Ed ivi pure mi segue la visione, e ritto in piè nella sua gigantesca statura, scarno, cogli occhi infossati, livido tutto e sanguinente, mi appare un truce fantasma, che attraversandomi il passo con tuono imperioso, mi turba gli occhi e la mente.... Ma a che parlo io se mal alta è la voce a creare e dipingere al vivo quell’aspetto? — Miratelo piuttosto voi medesime! ei non si perita di affrontare la luce! Nostro è qui il regnare fin tanto che sta a giungere il signore e monarca. Febo, l’amico della bellezza, ricaccia ben lungi nelle tenebre gli schifosi fantasmi notturni, o li soggioga e sommette.

Una Forcide, avanzandosi sul limitare, in mezzo ai battenti dell’uscio.

Il Coro. Io vissi lunghi anni, avvegnachè i miei biondi capegli cadano inanellati attorno alle tempie: e vidi molte e molte scene d’orrore, la desolazion della guerra, e la notte in cui Ilio cadde.

Di mezzo a’ nembi di polve, e allo scontro feroce de’ guerrieri, mi vennero uditi gli Dei gridare con orribili voci: e lo strido della impassibile discordia che rimbombava lungo la pianura dalla parte de’ bastioni.

Ahimè! le mura d’Ilio erano tuttavia in piedi: ma la vorace fiamma tutto di luogo in luogo occupava, qua e colà dilatandosi, portata dall’infuriare del vento sulla città melanconica.

Tra il fumo e le brage, fra i turbini delle cento e mille lingue di fuoco, vidi i Numi corrucciati avanzarsi; e discorrere a gran passi su e giù forme stra-