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parte seconda. 349

appresta ad agire con prontezza! Tu vai, giusta gli eterni dettami, a porti in moto in mezzo a mille e mille forme; e prima di arrivare all’uomo ha da correre gran tempo. (Homunculus sale in groppa a Proteo-Delfino.)

Proteo. Vientene a volo con me nell’umida distesa ove ti fia data allo istante da godere la pienezza della vita, ove potrai muovere a tuo talento: ma bada veh! di non porre più in alto la mira; che se mai giunga a farti uomo, la è spacciata per te.

Talete. Ciò è ancor da vedersi; frattanto il diventare uomo rispettabile suo tempo, gli è già qualche cosa.

Proteo a Talete. Sì, un uomo della tua fatta! Eccoti chi resiste al tempo: in vero, fra le smorte legioni degli Spiriti, ti veggio andar confuso da secoli.

Le Sirene, sulla rupe. Qual gruppo di nuvolette s’è disposto a cerchio dintorno alla Luna? Le son colombelle amorose, co’ vanni candidi come la luce. Pafo invia qui a sciami i suoi augelli innamorati; completa è la nostra festa, e la dolce voluttà perfetta e serena!

Nereo, movendosi verso Talete. Un notturno viandante, in veggendo codesto corteggio della Luna, ne lo chiamerebbe una visione aerea; ma noi, Spiriti, ne facciamo tutt’altra stima, e più secondo ragione. Quelle son le colombe destinate ad accompagnare la mia figliuola su pei lucenti sentieri, le colombe dal volo mirabile e inusitato, conosciute fin dalle età più remote.

Talete. Quanto aggrada al nobile vegliardo, dà a me pure nel genio: un nido tiepido e silenzioso,