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finisce col rispondere in guisa così strana, da sbalordirti e confonderti. Non pertanto, dèi attenerti al consiglio; proviamoci, e seguitiamo il cammino. (Escono.)

Le Sirene, dall’alto delle rupi. Che veggiam noi di lontano guizzare pel regno delle onde? Come bianche vele che si avanzano spinte dal vento, mostransi così seducenti in vista le raggianti ninfe del mare. Caliamo al basso; n’udite voi le voci soavi?

Le Nereidi e i Tritoni.1 Ciò che in mano rechiamo, debbe essere in grado a ciascuna di voi. Il guscio gigantesco di Chelone riflette immagini arcigne e fiere: vedete in costoro altrettanti Dei.2 Intuonate cantici alti e sublimi!

Le Sirene. Piccoli di statura, ma grandi per potenza, salvatori de’ naufraghi, numi adorati da tutta l’antichità.3

Le Nereidi e i Tritoni. Portiamo nosco i Cabiri, augurio di una festa pacifica; giacchè ov’essi regnano santamente, Nettuno mostrasi favorevole.

  1. Frattanto le Nereidi e i Tritoni ritornano dalla Samotracia, portando seco i Cabiri che renderanno loro propizio Nettuno. I Cabiri, come genii protettori della navigazione, sono stretti in amicizia ed in alleanza col Dio delle acque. I Tritoni e le Nereidi varranno per questo ad ottenere una prospera notte da Nettuno, sicchè non venga turbata colle procelle la festa che intendono di fare, visitando il vecchio loro padre, Nereo.
  2. Chelone (κελώνη, testuggine). Il lettore rammenterà la leggenda della Ninfa Chelone, che sola in tutto il creato non fu ammessa alle nozze di Giove e Giunone per aver osato beffarsi della coppia immortale. Capovolta ne’ flutti da Mercurio, e trasformata in testuggine, le fu imposto in pena del fallo di portare in perpetuo silenzio la propria casa in sul dosso. Il guscio di testuggine levigato serviva di specchio agli antichi; ed è per ciò che vi si fa riflettere la fiera immagine de’ Cabiri.
  3. Le Sirene si uniscono alle acclamazioni delle Nereidi, e celebrano (ben inteso, ironicamente) i Cabiri, divinità salvatrici de’ naufraghi.