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336 fausto.

Mefistofele. Troppo onore! Sia dunque così!

Le Forcidi. Sia pure!

Mefistofele sotto al profilo d’una Forcide. Andiamo! Mi spaccio ora per un figliuolo prediletto del Caosse!

Le Forcidi. E noi siamo, senza il minimo dubbio, figliuole di lui.

Mefistofele. Vengo ora trattato, oh vergogna! da ermafrodito.

Le Forcidi. Quanta avvenenza nella nuova terna delle sorelle! Abbiamo noi due occhi, e abbiamo due denti.

Mefistofele. Vo’ nascondermi adesso ad ogni sguardo, per isprofondarmi nel baratro infernale, a dare a’ diavoli raccapriccio e spavento. (Exit.)


BAIA TRA LE RUPI DEL MARE EGEO.


La Luna immobile al Zenit.1

Sirene, che accampate qua e là sulle rocce, mormorano e cantano. E’ fu stagione che nell’orrore notturno le tessale maghe ti ebbero sacrilegamente attratta verso la terra. Dalle erte volte della tua notte, manda una tranquilla occhiata sullo sciame delle ondate che brillano con lume sì dolce, e vieni a schiarare questi flutti in iscompiglio. O Luna, gra-

  1. Nelle notti degl’incantesimi, interrompe la Luna il suo corso, e ristà fissa per influssi di magia in qualsivoglia punto del cielo si ritrovi.