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dannata fin da principio, in faccia a quel triplice mostro? Noi non cel vorremmo pare sul limitare del più orribile de’ nostri inferni. Quivi all’incontro mette radice nella regione del bello; e antico appellasi con orgoglio.... Ma elle prendono a muoversi; diresti che hanno sentito al fiuto il mio appressarmi. Odili garrire fischiando codesti vipistrelli-vampiri.

Una Forcide. Datemi or voi, mie sorelle, datemi l’occhio, onde riconosca il temerario che trae sì dappresso al nostro tempio.

Mefistofele. Oh molto venerande, non ispiacciavi ch’io m’accosti a ricevere la triplice vostra benedizione. Mi vi presento, è vero, in atto ancora di sconosciuto, ma ad un tempo, se non fo abbaglio, qual lontano congiunto. M’avvenne già di contemplare le antiche auguste divinità, e sonmi prosternato dinanzi ad Opi ed a Rea; — le stesse Parche, suore del Caos se e vostre, le ho vedute non più tardi d’ieri.... o d’ier l’altro;1 ma nulla di somigliante a voi mi fu riscontrato giammai. — Ed ora io mi taccio, però che sentomi tutto commosso.

Le Forcidi. E’ pare che un tale Spirito abbia non poco senno.

Mefistofele. Ben mi fa meraviglia come alcuno infra’ poeti non si facesse mai a celebrarvi. — Ditemi, in grazia, come ciò avvenga, anzi, come abbia potuto fino al presente avvenire? In nessun luogo e in nesson tempo valsi a scoprire una statua che vi rappresenti, o mie reverendissime: tuttafiata non veggiam noi lo scalpello isforzarsi ad effigiare Giunone, Pallade, Venere ed altre tali?

  1. Intendi, nella mascherata.