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330 fausto.

Talete. L’umidore soltanto dà la vita agli esseri.

Homunculus fra que’ due. Consentite ch’io vengavi di costa; ch’io pure mi vo struggendo nel desio della esistenza.

Anassagora. Fostù mai, o Talete! buono a trarre dalla melma in una notte un monte siccome questo?

Talete. La natura e le sue correnti vitali non operarono mai nulla al tal giorno, alla tal notte, alla tal ora; ma essa crea ordinatamente qual sia forma; dirò anzi, che ne’ maggiori fenomeni suoi, la violenza non ha punto che fare.

Anassagora. Qui, per altro, non è da dire che altrimenti avvenisse. Il terribile fuoco plutonico, la spaventosa esplosione de’ vapori eolii facevano screpolare la vecchia crosta del suolo unito, e all’istante dovette nascerne una nuova montagna.

Talete. In somma, qual induzione puossi trarre da ciò? La montagna esiste, non v’ha che dire in contrario. In somiglianti piati perdesi il ranno e il sapone; tutt’al più si riesce a tirare pel naso i merlotti.

Anassagora. Fin d’ora la montagna formicola di Mirmidoni che si traggono ad abitare le spaccature del granito, e di Pigmei, d’Insi e d’altri piccoli enti faccendieri e attivi. (Ad Homunculus) Tu non ambisti mai le grandezze, uso qual sei a vivere come un captivo nella sua prigione; se tu puoi avvezzarti all’impero, ed io ti fo coronar monarca senza meno.

Homunculus. Che ne dice il nostro Talete?

Talete. Io non saprei consigliartelo. Co’ piccoli, si commettono azioni piccole e di poco momento; — co’ grandi, persino il piccolo si fa grande. Vedi là in