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parte seconda. 321

abisso, chiamando a voce alta e forte qual è uomo sollazzevole, onde a nuova vita e’ si desti.

Le Sfingi. Direbbesi codesto novellino essere di data molto vecchia, se non l’avessimo noi co’ propri occhi veduto sbucar pur ora fuor delle screpolature. Una fitta boscaglia gli soprasta al dorso, e roccia su roccia pesa sopra di lui: non per sì lieve cosa una Sfinge si svia, chè ha bel giuoco colui il quale voglia distrarne dalla sacra nostra immobilità.

I Grifoni. Veggo luccicare, traverso ai crepacci, dell’oro in foglia e in pagliazze. Non vi lasciate rubacchiare un siffatto tesoro; all’erta, Imsi! affrettatevi a portarvelo via.

Coro di Formiche. Dacchè i giganti — l’ebbero sollevata — voi scalpitanti salitevi su pronti! — Siate snelli — entro come fuori! — In cotai fessi — qualsia particella — merta d’essere posseduta. — A voi tocca scoprire ogoi menomo che — a un batter d’occhio — in tutti i ripostigli. — Cercate ben sottilmente, esseri brulicanti! — Nostro sia l’oro! nostro sia l’oro! — Sloggiate dal monte!

I Grifoni. Qua! più qua! oro a mucchi! Noi vi caccerem dentro le ugne; son queste i roncigli di miglior lega. Lo stupendo tesoro vi fia ben custodito.

I Pigmei.1 Noi ci troviam proprio al nostro luogo;

  1. Formata appena la montagna, ecco tosto formicolarvi da tutte parti la vita. Ci compaiono a miriadi i piccoli esseri a ghermire i tesori ch’essa cela delle viscere, Imsi, Formiche, e Dattili e Pigmei: son per gli uni le pagliuzze e le verghe dell’oro, di cui i Grifoni pretendono farsi guardiani; tocca agli altri il ferro per gli odii e per le vendette. I Pigmei sono in guerra colle gru di Scizia e cogli aironi loro implacabili nemici: venuti fra di essi alle