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mente. Oh! non è egli quel desso, vecchio per sì lunghe età incanutito, che l’isola di Delo costrusse, e la cavó fuori delle onde per compassione di una femmina vagabonda? Spingendo, premendo, con isforzi a verun altro concessi, tese le braccia, curvo il dosso, e nell’atteggiamento di Atlante, solleva il suolo, le erbose zolle, i ciottoli, la ghiaia, la minuta sabbia, e lo stesso alveo delle placide nostre riviere, squarciando del pari a zigzag il variopinto smalto della vallea. Indefesso all’opera, instancabile, colossale cariatide, sorregge un cumulo enorme di ammontati massi, sotterrato per anco fino a mezzo il petto: ma egli non andrà più lungi di molto, chè le Sfingi ferme al loro posto nol consentiranno.

Seismos. Io solo sono quegli che ha fatto tutte queste cose, nè alcuno, spero, vorrà tòrmi on tal vanto; ove stati non fossero i miei scotimenti e sconquassi, sarebbe esso mai il mondo sì bello? — Codeste vostre montagne come dunque avrieno potuto elevarsi nello schietto e splendido azzurro dell’etere, s’io non le avessi spinte in su a mio piacimento per uno spettacolo pittorico ed incantevole, alloraquando al cospetto de’ maggiori nostri antenati — la Notte e il Caosse — mi condussi da prode, e in compagnia de’ Titani lanciai in alto Pelio ed Ossa? Noi così seguitammo a menar di braccia e di schiena nel bollore di giovinezza, fino a tanto che, stracchi, posammo i due monti, a foggia di un doppio tocco, là sul Parnaso.... dove Apollo tiensi in festa cinto dal coro delle Muse tranquille. Fin anco a Giove, ed alle folgori di lui, il trono nel sommo dell’aria composi; e oggidì con istraordinari conati mi sollevo dall’imo