Correndo a nuoto a sollazzarsi intese;
O sull’umida sabbia impaurite
Inquïete fuggendo! — E poi le grida,
I contrasti, le baie! — Oh! me far pago
Dovrian bene, cred’io, queste fanciulle,
E qui l’occhio trovar le sue dolcezze.
Sempre, più lungi sempre il mio bramoso
Spirto si lancia, penetrante, acuto
Nel più riposto sen l’occhio s’interna.
Sottesso un padiglion di ricca fronda
Tiensi l’alta reina; ed ecco in mille
Cerchi fendersi l’acque, e da un riposto
Cespuglio a nuoto uscir cigni regali
Tranquilli in lor desio, dolci, amorosi,
E insiem di tanta venustà superbi.
Ve’ qual piegan sol mobile elemento
L’eburneo collo!.... Un d’essi, un d’essi intanto
Nella schiera gentil primo si nota.
Move, turgido il sen, por come acceso
Di sua rara adornezza, e traversando
Quell’armonico sciame, al Sol dinanzi.
Le orgogliose sue penne dilata.
Vedi! ei s’affretta, e con sprezzante calma
Onda sovr’onda riversata, al santo
Loco dentro si trae. — Pel cheto azzurro
Gli altri qua e là discorrono, e tranquilli
Spiegan la pompa del nevoso manto. —
Indi a un tratto con impeto improvviso
Serrati a stuolo ad assalir le vaghe
Donzellette inquïete ecco sen vanno,
Che d’un asilo in cerca ove secure
Ritrarsi, oblian che da profano piede