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e su le opere di volfango goethe 23

lità, generosità, eroismo, errori, pentimenti, persino rimorsi, tutto ciò che agita la vita umana vi occupa il naturale suo posto e conserva il più profondo significato.

Ecco l’opera che de’ critici moderni hanno sì altamente, sì crudelmente anatemizzato, siccome rozza, triviale, assurda e leggiera. Vi si rammentano, eglino dissero, degli oggetti volgari: gli eroi trascelti seggono spesso a un banchetto di gozzoviglia: i confetti che si danno a’ fanciulli e l’armadio che racchiude queste preziose provvigioni sono un oggetto di predilezione de’ più giovani personaggi. In sèguito ad accuse tanto gravi venne recato il giudizio che l’opera non offriva alcun senso, alcun interesse: si giunse persino da cosi fatte osservazioni a presupporre un magistrale ascendente esercitato dalla gastronomía sull’estro di Goethe e su i suoi stessi connazionali in generale. Schlegel frattanto, il più dotto e il più sagace filosofo tedesco, deliziavasi alla lettura di questo libro puerile: l’infelice regina di Prussia non cessava mai di rileggerlo: essa aveva tolto per motto di conforto nel suo esiglio i seguenti versi estratti da tal libro: — «O tu, che non bagnasti giammai delle tue lacrime i cibi dei tuoi banchetti, nè il letto del tuo dolore; o tu, che giammai non vegliasti nell’oscurità e nei patimenti aspettando il ritorno del di lento a venire; va, tu non conosci la celeste speranza, tu non conosci l’angelico avvenire.»1 — La sventurata regina di Prussia nulla avea di triviale, di volgare, nel pensiero e nella condotta: la è cosa difficile quella di credere che l’unico libro nel quale ella trovava la consolazione e la calma fosse bruttato di sì gravi difetti.2 E realmente è questa una delle opere più consolanti e più meritevoli di essere letta: la morale ne è tanto più elevata quanto più lo stile è famigliare. Alcuni lavori drammatici, siccome il Clavizzo e lo Stella

  1. Wilhelm Meister, cap. XIII.
  2. Lo stesso Goethe rammenta con giusto orgoglio questo fatto nell’opera periodica intitolata Kunst und alterthum. Anno 1324.