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della propria ventura. Di poi onde ci venga dato di riscontrarci, farà il nostro nano raggiare intorno il suo lanternino.

Homunculus. E questo fia lo splendore ed il suono che a suo tempo ne uscirà. (La guastada romoreggia e risplende.) Ora poi, all’erta! che stanno per succedere nuovi prodigi!

Fausto solo. Dov’è ella mai? — Ma adesso non occorre più che ti faccia a domandarne.... Se a te non l’additi la terra che l’ebbe sorretta, o l’onda che le si frangeva nel petto, fia che te la riveli al men l’aria che portava intorno le sue parole. Qui! per forza d’incanto, qui, sul bel suolo di Grecia! conobbi tantosto qual regione io premeva. Non prima, dormendo, m’ebbe dianzi uno Spirito infiammato, che sentii repentinamente suscitarsi in me la vigoria di un Anteo; e quando pure avessi ad imbattermi nel più strano viluppo di rischiosi eventi, vorrei ad ogni modo con passo franco e solenne perlustrare d’alto in basso e da un canto all’altro questo labirinto di fiamme. (S’allontana.)

Mefistofele, aggirandosi qua e là. Per vagare ch’io faccia in giro a codeste fiammelle, più e più mi trovo sviato, e come a dire fuor di paese. Di gente ignuda v’ha per ogni dove a ribocco, e raro è che trovi alcuno incamiciato. — Le Sfingi immodeste, svergognati i Grifoni; e quanti e quanti che, schiomati e senz’ale, ti si dànno potentemente a vedere per davanti e per di dietro.... È ben vero, che noi siamo razza di gente oscena e laida sino al midollo, ma l’antichità mostrasi, a parer mio, corriva e ardita un po’ troppo; e saria ben fatto al-