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Mefistofele. E qual è il cammino che vi mena? Sento già che i miei vecchi sozii mi vengono a noia.

Homunculus. La contrada che fora a te prediletta, stendesi, o Satanno, a Maestro, e questa fiata noi facciam vela verso Scirocco. In mezzo a vasta pianura scorre libero e sciolto il Peneo, ricinto da piante e cespugli, per valloncelli umidi e silenziosi; e detta pianura si allarga per insino ai burrati delle montagne, sulle quali campeggiano l’antica e la nuova Farsaglia.

Mefistofele. Puh! indietro! e lascisi da banda, per carità, codesta lotta sanguinosa fra la schiavitù e la tirannide. Essa m’è insopportabile; chè appena ha luogo un po’ di tregua, si torna con più di accanimento da capo, nè alcun di loro s’accorge come sieno tutti quanti uccellati da Asmodeo che li segue per tutto. Ei si battono van dicendo pel dritto di libertà, e ben contrappesate le cose, sono schiavi a rincontro di schiavi, e nulla più.

Homunculus. Lascia che gli uomini rinneghino a lor posta la natura; gli è d’uopo che ciascuno pigli a difendersi com’e’ puo; il fanciullo terminerà col diventare uomo fatto. Trattasi or di sapere per qual via possa guarire costui: se ti è nota, fanne subito lo sperimento; se no, lasciane a me solo il pensiero.

Mefistofele. Ci sarebbero ancora parecchi tentativi da fare sul Brocken, ma i chiavacci del paganesimo sono di bel nuovo strappati. Il popolo greco non valse mai gran fatto; e se vi abbarbaglia, ciò avvien solo per la sua libertà ne’ diletti sensuali, e perchè attira il cuor dell’uomo sul ridente pendìo