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parte seconda. 283

giadria che avrà un dì la farfalla. L’infantile vostra gloriuzza stava a quel tempo nella chioma ricciuta, e nel collarino di ricco e fino merletto. — Anzi, o prendo abbaglio, neppure foste mai veduto colla coda. Ed oggi all’incontro, veggovi con un bel berretto ben complesso, aitante e pien d’ardimento; noto solo, che al postullo, voi non siete più in casa vostra.

Il Baccelliere. Mio vecchio messere, ciascuno di noi occupa l’istesso luogo; nondimeno ponete mente a’ tempi che sono trascorsi, e lasciate andare, ve ne prego, i molti equivoci, però ch’io potrei risentirmene. Vi piaceste in antico a dileggiare giovinetti semplici e schietti: ma se il farlo riusciva agevol cosa a que’ dì, nessuno vorrebbe cimentarvisi al di d’oggi.

Mefistofele. Quando si cantano certe verità ai giovani, la è indubitata che abbiano gli sbarbatelli a dolersene e a prenderlo in mala parte: come poi, coll’andare degli anni, dovettero apparare il vero alle proprie spese, e’ stimano che una tal conoscenza sia scaturita fuori del loro cervello, e ricisamente sentenziano essere stato il maestro un imbecille.

Il Baccelliere. O fors’anco un mariuolo! — imperocchè dove rinvenire un maestro che ne dica in faccia la verità? Ciascuno l’amplifica o l’attenua quando in aria severa, quando con piglio dolce e discreto, giusta la maggiore o minore ingenuità de’ garzoni co’ quali ha che fare.

Mefistofele. Una sola età, in vero, è acconcia ad imparare; per ciò poi che spetta all’insegnare, rilevo essere voi medesimo già più che disposto. Pa-