Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/276

268 fausto.

gnatomi di annunciare gli spettacoli. Indarno vorresti colla sana ragione rinvenire una qualsivoglia spiegazione di codesto confuso rimescolamento. Scannelli e sedie a bracciuoli sono per solito disposti con cert’ordine, sicchè l’Imperatore collocato da presso al muro, vegga a suo bell’agio le battaglie famose de’ secoli andati. Qui all’incontro Imperatore e cortigiani formano un solo circolo. Le dame si accalcano in fondo alla sala, e nell’ora delle visioni misteriose, in dolce atto amoroso, tiensi presso al vago l’amica. Adesso poi che ha preso ciascuno il suo posto, eccoci presti e in attesa che gli spettri appariscano! (Allegre e forti sinfonie.)

L’Astrologo. Abbia dunque tosto principio il solenne dramma, chè ne dava l’ordine il re: spaccatevi, o mura! nulla puote impedirlo, essendo questa l’ora della magia.

Gli arazzi ondeggiano, come fossero voltolati da incendio: fendesi il muro per mezzo e va tutto sossopra, un largo teatro e profondo par di tratto elevarsi, un chiarore misterioso spandesi intorno, ed io salgo sul proscenio.

Mefistofele, sporgendo la testa fuori della nicchia del rammentatore. Quindi io mi confido di ottenere il generale favore; chè nel farla da suggeritore, è il diavolo a gran pezza maestro. (All’Astrologo.) Tu perito nel muovere regolato degli astri, comprenderai senza meno le parole ch’io verrò ponendoti in bocca.

L’Astrologo. Ecco dinanzi a noi sorgere, per incanto, un antico delubro massiccio abbastanza. Come un tempo Atlante portava in sulle spalle il