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264 fausto.

Tu il primo che mai concepisse l’idea di un alto consimile..... L’atto è compiuto, e compiuto per te solo. Quindi, e per opera di magia, i vapori dell’incenso ti verranno in Dei trasformati.

Fausto. Ed ora?

Mefistofele. Ora poi, l’essere tuo tenda alla sua mira che è sotterra. Scendivi col battere de’ piedi in terra: il che ti darà non meno lena e virtù a risalire. (Fausto batte il suolo e sparisce.)

Mefistofele. Il malanno è che la chiave sia da tanto! Sono ansioso di conoscere se gli fia dato il tornare.


SALONE SPLENDIDAMENTE ILLUMINATO.


L’IMPERATORE e i principali CORTIGIANI mesti e turbati.

Il Ciambellano, a Mefistofele. Voi avete a darei un’altra fantasmagoria. Presto! mano all’opera! L’Imperatore è impaziente.

Il Maresciallo. Il grazioso nostro sovrano ciò domandava testè: e col differire più a lungo mostreresti d’aver poco rispetto alla Maestà Sua.

Mefistofele. Il mio camerata parli appunto per questo: e già che sia da fare gli è noto. A ben riuscire ha mestieri di tenersi appartato e in silenzio; ed ora più che mai forse conviene ch’e’ si scervelli, mentre chi muove in cerca di oro e di bellezza ha da mettere a contributo la maggiore in fra le arti, la magia de’ saggi.