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le poderose armate si sbandano, e qual sia prode nello scompiglio allibbisce. Si faccia dunque plauso a chi per debito s’appartiene! Salve a colui che n’ebbe quivi raccolto!

DEPUTAZIONE DI GNOMI. Al gran dio Pane.

Se il bene splendido e supremo discorre per le vene del granito, e i suoi ricettacoli non iscopre altrimenti che al magico potere della bacchella divinatoria,

Noi, nelle buie grotte, ci fabbrichiamo le nostre case da Trogloditi, e tu, sotto al vivo raggio del Sole, spandi a piene mani i tesori.

Eccone apparecchiati ad iscoprire qui presso una portentosa scaturigine che impromette di dare, senza travaglio anche menomo, quanto appena può darne la più venturosa conquista.

Frattanto sta solo in te il condurre a buon termine la faccenda; abbila, signor mio, sotto la divina tua protezione! chè i tesori di ogni ragione divengono in mano a le retaggio dell’universo.

Pluto all’Araldo. Facciamo di contenerci con dignità, onde possa compiersi quanto vien preparandosi. Il tuo coraggio non fu mai che mancasse alla prova. Sta per accadere or ora tal cosa ond’avremo a provar raccapriccio; nè i contemporanei nè i posteri le daran fede: tu la segnerai per altro punto per punto ne’ tuoi protocolli.

L’Araldo, prendendo la verga che ha in mano Pluto. I nani traggono passo passo il gran dio Pane