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parte seconda. 243

dànnosi a fuggire, e si contorcono con mal garbo. Il mariuolo n’ha le beffe e ’l danno. Temo forte che nol prenda il ghiribizzo di uscire del seminato: nè io potrei in veruna guisa comportarlo. Rendimi pertanto la verga, ch’io ne lo caccio alla malora.

Pluto. (E’ non prevede qual minaccia v’abbia qui fuora.) Lascia che impazzi costui a posta sua, e di corto non avrà come spacciare codeste mariolerie. Potente è la legge, ma lo è mille tanti la necessità.

Tumulto e canto. La brigata silvestre accorre dalle alture de’ monti, e dal fondo delle boscaglie, e nulla a’ suoi passi fa intoppo. Festeggiano il grande lor dio, Pane: ciò ch’altri ignora, e’ lo sanno; e precipitando nel cerchio vuoto, lo invadono.

Pluto. Piena contezza ho di voi, ed insieme del vostro grande iddio, Pane; le belle prove che insieme con lui avete fatte! Io so a menadito quello che all’intero mondo è celato, e di buon grado per entro allo stretto cerchio vi accolgo. Abbiatevi ora e sempre la buona ventura! Di qual sia mirabile novità ponno far senza; vanno e vanno, ignari del dove; e’ son ben poco avveduti.

Canto selvaggio. Genía inbellettata, bisanti abbicati! e’ son veri bruti, imbestialiti, arditi nel salto, nel correre focosi; eccoli dal primo al sezzaio prodi tutti e gagliardi.

I Fauni. La schiera de’ Fauni si nota per lubri che danze, e mostra ghirlandati di quercia i crespi capegli, orecchie sottili ed aguzze che fuori spuntano dalle ciocche, un nasello rincagnato, larghe le guance e la fronte, cose tolte che punto non nuocono ad acquistar favore appo le donne. Se avvenga