Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/246

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e per sete emaciato a segno, da parere quello che non fu mai: punzecchiato non se ne addà.

Lo Smagrato. Canchero alle schifose carogne! Troppo bene mel so ch’io sempre sono il mal arrivato per esse loro. — A’ di quando la donna era ancora tutta casalinga e massaia, avev’io nome di Avarizia; la casa allora trovavasi ben provveduta; assai roba v’entrava, e nulla n’usciva. Io vegliava al forziere, ed alla dispensa: di fermo che gli era quello un fallo enorme! Come poi, negli anni or ora trascorsi, ebbe la donna perduto il vezzo dello sparagno, e che a somiglianza di qual sia sleale pagatore, mostrò di avere assai larghe voglie e difatta di scudi, che rimane all’uomo se non che molto patisca? chè per dovunque e’ si volga, i debiti gli movono assalto. Buscasi ella alcuna monetuccia? non è tarda a gittarla per far liscia la pelle, o per gratificarne il ganzo: talchè la inghiotte bocconi prelibati, e bee del buono con quella maladetta ciurma di vagheggini. La smania

    da’ quali noi’l vedemmo già trarre sì grandiosi effetti. Alla calma imponente, alla serenità maestosa e solenne della Ricchezza personificata in Pluto, dio che ha sì florido il volto, barba spessa e morbida, parlare autorevole e solenne, contrapposto il macero e livido ceffo, la travolta guardatura, e le facezie ignobili e sguaiate dell’Avarizia. Non v’ha egli forse alcun che di Mefistofele, in codesto macilente beffardo, il quale a guisa di pagliaccio del dio Pluto, fa la sua comparsa in coda alla mascherata, als Folie des Ganzen, per valermi di una espressione famigliare degli Alemanni? Oltre ciò, quel suo tenersi dietro a Fausto lo denota abbastanza. (Mefistofele non si scosta di un passo dal compagno, e Pluto quivi altro non è che Fausto, Fausto che oro impromette e ricchezze all’imperatore, quel gran TUTTO delle età di mezzo, il dio Πάν) Lo indovini senza meno alle sue velleità di una lussuria brutale a un tempo e grottesca. Vero è che la Avarizia, in quanto peccato capitale, è cosa da inferno, e però mostra col diavolo un tuono di famiglia che può agevolmente farci prendere abbaglio.