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parte seconda. 227

tranquilli, graziosa in ogni tempo la vostra riconoscenza apparisca.

Le PARCHE.

Atropo. Io, la più vecchia delle filatrici, fui pur una volta anch’io invitata. Molto èvvi da pensare e più da riflettere sul tenue filo a cui s’attiene la vita.

Ond’e’ riesca per voi flessibile e dolce, io l’ebbi trascelto da quel lino che è di tutti il più fine; a farlo poi liscio, facile, eguale, le esperte mie dita provvederanno.

Se di mezzo a’ piaceri e alle danze v’accorgete di essere per ismarrirvi, rammentatevi di che qualità è codesto filo; all’erta allora, ch’e’ potrebbe spezzarsi!

Cloto. Sappiate, che or fa pochi giorni mi vennero consegnate le cesoie, chè al tutto scandalosa riusciva la condotta della vecchia nostra sorella.

Ella tramava senza darsi posa nella rena e fra le nubi un tessuto vano al tutto ed inutile, e di corto tagliandolo profondeva nell’abisso la speranza delle più nobili facoltà.

Tuttavolta, fu un tempo che io altresì, nel bollore degli anni, ebbi a cadere in consimili illusioni, nè già una volta ma cento e mille: ora poi, a moderare quella foga, tengo le cesoie serrate entro l’astuccio.

E vo lieta oltremodo di trovarmi per tal guisa vincolata, e de’ miei ritegni sorrido. Voi frattanto, in codeste ore di libertà, menate l’orgia vostra gaia e rumorosa.