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e affettano di non credere alla grande scoperta! Questi vaneggia parlando di mandragore, quegli ti dice mirabilia di un can nero. Scommetto ch’eglino si danno, quale a motteggiare, e quale a gridare allo Stregone, appena che loro avvenga d’incespicare, o di sentire al piede un po’ di pizzicore!

Eppure sentite voi quanti siete un sobbollimento arcano della natura, continuamente attiva; e dalle cavità più profonde si sprigiona la vita che tende serpeggiando inverso la luce. Se mai vi accada di provare nelle membra non so quale inquietudine, se mal potete star fermi in un punto, scavate allora risolutamente, e vangate a dilungo! che là il mio tesoro è sepolto.

Rumori. Io ho il piede di piombo. Mi ha preso una contrazione nel braccio. Provo le trafitte della podagra. — Il pollice del mio piè destro si aggranchia. Sento le reni tutte indolenzite. A tali indizi, chi non vede quant’abbia ad essere la ricchezza sotto alla terra cui stiamo per cavare?

L’Imperatore. Presto dunque alla prova!.... Tu non mi sfuggirai.... Dànne a conoscere sull’istante che non son vane parole le tue, e metti all’aperto codeste miniere preziose. Quanto a me, depongo la spada e lo scettro, e se non fosti menzognero, vo’ compir l’opera colle mie proprie mani imperiali: che se poi ti colgo in fallo, giuraddio! ti caccio di filato all’inferno.

Mefistofele. Per verità, la strada che vi mena saprei rinvenirla da solo; pure non so tenermi dal rivelare quanto di ricchezze si asconde in ogni parte aspettando chi si muova a impadronirsene. Il cam-