Fate che a poco a poco
Languido sonno il pigli.
Ma già regna nel cielo
L’ombra notturna, e l’infocata stella
Già fra le nubi in santo
Consorzio miri alla sorella accanto.
D’infiniti splendori
Tutto intorno l’immenso etra sfavilla:
Qual da presso, qual brilla
Nel lontano zenit, e qual dall’onde
Trasparenti del lago esce riflesso;
Qual della notte in seno
Con tremulo baleno — i rai diffonde.
Ve’ serena e tranquilla
Sorger la bianca Luna
Della valle e de’ flutti imperatrice:
Ve’ come luminosa
E tondeggiante per lo ciel si tragge,
Alle sopposte piagge
Felicità recando e pace e cara
Voluttà che i mortali al sonno invita.
Ma l’ora anco è svanita.
Nel piacere oggimai
L’affanno eco non trova;
Viņca ragione! A nova
Virtù rinasci, e in calma
Che un altro di ne sia concesso aspetta.
Rinverde il suol; la vetta
Onde l’ombre più fresco abbian riposo
Di spessi cespuglietti a sè fa velo:
E per l’aperto cielo