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parte seconda. 203

       Fate che a poco a poco
       Languido sonno il pigli.

     Ma già regna nel cielo
  L’ombra notturna, e l’infocata stella
  Già fra le nubi in santo
  Consorzio miri alla sorella accanto.
  D’infiniti splendori
  Tutto intorno l’immenso etra sfavilla:
  Qual da presso, qual brilla
  Nel lontano zenit, e qual dall’onde
  Trasparenti del lago esce riflesso;
  Qual della notte in seno
  Con tremulo baleno — i rai diffonde.
  Ve’ serena e tranquilla
  Sorger la bianca Luna
  Della valle e de’ flutti imperatrice:
  Ve’ come luminosa
  E tondeggiante per lo ciel si tragge,
  Alle sopposte piagge
  Felicità recando e pace e cara
  Voluttà che i mortali al sonno invita.
  Ma l’ora anco è svanita.
  Nel piacere oggimai
  L’affanno eco non trova;
  Viņca ragione! A nova
  Virtù rinasci, e in calma
  Che un altro di ne sia concesso aspetta.
  Rinverde il suol; la vetta
  Onde l’ombre più fresco abbian riposo
  Di spessi cespuglietti a sè fa velo:
  E per l’aperto cielo