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190 | fausto. |
sai che giace tuttavia sulla città il sangue che tu hai scelleratamente versato di tua mano. Spiriti vendicatori si aggirano sul sepolcro del trucidato, e spíano il ritorno dell’assassino.
Fausto. Questo ancora ho da udire da te? Mostro, sopra di te la morte e la perdizione di un mondo! Guidami a lei, dico, e la libera.
Mefistofele. Io ti sarò scorta, e quanto posso fare, odi. Ho io ogni podestà in cielo ed in terra? Оffuscherò i sensi del carceriere, e tu intanto impossèssati delle chiavi, e traggila fuori da te; chè non può esser fatto che per mano dell’uomo. Io veglierò. I cavalli magici saranno in pronto, e vi rapirò meco lontano ambidue. Tanto io posso.
Fausto. Su, e via!
NOTTE.
Campagna aperta.
FAUSTO e MEFISTOFELE avventandosi innanzi su neri cavalli.
Fausto. Che è ciò che si lavora colà intorno a quelle forche?
Mefistofele. Non so che vi bolla, nè che vi si macchini.
Fausto. Vanno in su, vanno in giù; si curvano, si gettano a terra.
Mefistofele. È un ridotto di streghe.
Fausto. Spargono e consacrano.
Mefistofele. Innanzi! innanzi!