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parte prima. 187

    Ed a piè nudi or sgambettiamo attorno.

Fuochi fatui.

      Noi siamo del padal novella prole,
    A questa altezza sorti dalla gora;
    E belli già splendiam nelle carole;
    Tanto avanzar si puote in poco d’ora.

Stella cadente.

      Simile a stella lucida ed accesa
    Io caddi giuso dall’eteree vette;
    E qui nell’erba sto lunga distesa.
    Oh, chi sovra le gambe mi rimette?

I massicci.

      Largo, largo! su, fatevi da fianco!
    Spianansi l’erbe sotto le gravi orme.
    Spiriti e’ sono, ma gli spiriti anco
    Han goffe membra spesso e ventre enorme.

Puch. Via, non andate attorno sì panciuti!

    Elefantuzzi mi parete al passo;
    Il sollazzevol Puch fra tanti arguti
    Spirti si paia il più milenso e crasso.

Ariel. Se a voi benevol diede ali natura,

    Ed ali diè l’ingegno e il cor gentile,
    Meco poggiate al monte ove la pura
    Olezza infra i roseti aura d’aprile.

Orchestra, pianissimo.

      Squarciansi in ciel le nubi, e lento lento
    Alle valli la nebbia si raccoglie;
    Nei rami l’aura, e nelle canne il vento,
    E la volubil visïon si scioglie.