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182 | fausto. |
Oberone.
Sposi, che avete il cor pien di rancori,
Fate profitto dell’esempio nostro;
Se v’è in desio tornare ai dolci amori,
Ite vêr borea l’un, l’altro vêr ostro.
Titania.
La moglie ha il capo pien di grilli, e forte
Sbuffa il duro marito? Ambo gli afferra,
Quella al merigge, porta questo al norte,
Ed interpon fra lor mezza la terra.
Orchestra, tutti fortissimo.
Becchi di mosche, e pasi di zanzare,
E pance di cicale allo scoperto;
Ranocchi in fronde e grilli per le ghiare
Son le viole e i flauti del concerto.
Solo. Come una bolla tonda di sapone,
La cornamusa or vien del sacco enfiato:
Odi il suo rantolar, bada al bordone
Che manda fuor dal naso rincagnato.
Spirito che va formandosi.
Ventre di botta e denti di tignola
E piè di ragno e alucce al mammoletto:
Se mai fuor non n’uscisse una bestiola,
Fuor n’uscirà un rimbombo, un poemetto.
Una coppia amorosa.
Per la melata e i roridi fioretti
Sai dare un passettino, un salterello;
In ver non senza garbo mi sgambetti,
Ma non ti levi mai per l’aria snello.
Viaggiatore curioso.
Siam noi di carneval? son veri Dei
Che per qui vanno, o liete mascherate?