Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/176

168 fausto.

        Arbor dopo arbori!
        Ve’ come i vertici
        De’ monti girano,
        Come traballano,
        E si dirupano!
        Come i lunghissimi
        Nasi degli orridi
        Macigni russano,
        Come trombettano!

     Giù per sassi e verdi clivi
  Si devolvon freddi rivi.
  Odo io ’l fremer de’ torrenti?
  O il rombar odo de’ venti?
  O son giubili, o son canti? —
  O son gemiti d’amanti?
     Son concenti di quei belli
  Di che il ciel spiegava l’ali
  Ver la terra, e da fratelli
  Visser gli angeli e i mortali?

          Soave all’anima
        Speme m’infondono,
        E desir trepidi!
          Mi torna il giovine
        Tempo nel cor;
        Gli spirti tremano
        Ebbri d’amor.

     E le strane arcane note
  L’eco mesta ripercote
  Via per l’erta, come oscuro
  Suon dei secoli che furo.