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Pregiatissimo signor Le Monnier.


Quando mandai il MS. della Seconda e Terza Parte del Fausto di Goethe da me tradotte, perchè venissero stampate insieme colla Prima, che tanto piacque nella magistrale versione di Giovita Scalvini, mi rammento d’averle promesso per quel libro una Prefazione: ma oggidì ho mutato pensiero, e, per quanto mi pare, molto ragionevolmente. Di che mai, infatti, avre’ io potuto in essa trattare, ove mi fossi incapricciato di volerla scrivere ad ogni costo? Del sovrumano ingegno mostrato dall’Autore in questa sua stupenda creazione, unica nel suo genere? Ma l’Opera stessa nol rivela abbastanza a’ lettori da sé? Della bravura forse colla quale il primo interprete italiano seppe cavarsi fuori da un lavoro soprammodo arduo qual era quello impreso da lui? Or chi è fra noi, che abbia ancora mestieri di esserne informato? Altro tema adunque non rimaneva per tale scrittura, da quello in fuori di parlare della mia fatica a’ lettori; a’ quali per verità era in debito di esporre le ragioni che m’indussero a continuare ciò che altri lasciato aveva a metà. E certo che a me preme, e assaissimo, onde non abbia a cadermia addosso la taccia di te-