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— 78 — Quest’ultimo significato includono nel campo neolatino le seguenti voci: Claveau fr. — anticamente clavel — malattia delle bestie lanose (lt. clavellusj — Deriv. clavélé. Chiavalo occorre nell’antica parafrasi lombarda (cf. Salvioni, A G., XII) = ulcera, Agnolo, ascesso, fo runcolo, — piem. cavèl, — genov. cavèllu — valsass. cavell — vallanz. aghiavée — cavón nel canavesano. Chiodo e chiodelo per « ascesso » occorre più volte nel Libro del Gandolfo Persiano pubblicato da G. Ferrar o (Bologna 1877). Calabrese Chiovàrdulu = furuncolo che cresce sulle dita. Lo si guarisce tagliandolo e lo si cura con medicazione antisettica (cf. il piem. broda = borchia e male nel medesimo tempo). Chiaeddu m. gallurese = ciccione. Zueddu m. log. (m. s.). Probabilmente il sardo annicare — imbronciare (cf. Flechia, A. 6r., Vili), annicadu = imbronciato, di mal umore (Nuoro) — nichidau (Nuoro) (m. s.) — e il siciliano: nichiarisi = stizzire, indispettirsi, nicheja, nichia = stizza, dispetto derivano non da iniquo ma si da nequam che oltre a « disutile » « inetto », ecc., significa pure « birbo » « furfante ». Diamo qui una nota di nomi che hanno la stessa origine :