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— 40 — Làcana f. log. mer. = limite, confine — termine territoriale — Riguardo all’origine di questa voce non c’è bisogno di ricorrere, come fa lo Spano (o. c., pag. 294), al greco =r lt. « fodio » scavo — dall’uso di far un fosso per dinotare i limiti, ma sibbene alla radice lak — piegare rendere profondo; donde lacuna che è tutt’ uno con il greco Xàxxo? per XàxFos = ogni profondità, buco, fossa (Erod.) — special serbatoio d’acqua, cisterna e quindi — somiglianti serbatoi di vino, di olio e simili (Sen., Om.) — peschiera, dove si conservano uccelli palustri (Erod., VII, 19), — Perciò convenendo collo Spano nel significato della voce sarda làcana, non possiamo convenire con lui nella derivazione della medesima. Da lacus lt. — tino, tinozza è lacu m. dial. com. — pila, mangiatoia — tino, palmento — culla (Oschiri) — per impastare (suìghere) — madia — Dim. laccheddu — lacchittu m. log. mer. — piletta — truogolo — donde laccheddare v. a. log. (Nuoro) — cullare — lagazu m. log. acquitrino — (lt. * lacaliu). Làddara — era f. dial. com. — galla, galluzza pillola — billoro — gallozzola — Deriv. da galla con una desinenza affine all’it. billoro (cf. Korting, o. c., N. 3574). Deriv. laddajone m. log. — pillacchera — pillacela — cacterello — zacchera. — (lt. * gallac’lone ) —