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DI LUCANO LIB. I 31

Empier intorno il Ciel, la terra e il mare.
Vider l'oscure notti ignore stelle1,
Ed avvampare il polo, e per le sfere
Obblique fiamme trasvolar, e il crine
650Arder sanguigno di ferl Cometa.
Il Ciel sereno balenò di spesse
Folgori accese, e varie forme il fuoco
Nell'aer pinse; ora con longa striscia
Un giavelotto fiammeggiò nel Cielo,
655Ora una lampa coi diffusi raggi.
Un fulmin senza scoppio e senza nubi
Pregno d'Artiche fiamme in su le torri
Piombò del Campidoglio, e in mezzo al giorno
Apparver gli Astri già forier dell'ombre:
660E già nel pieno suo fulgor la Luna
Impallidì con tenebrosa ecclisse.
Lo stesso Febo di caligin densa
Velò l'ardente cocchio, e il mondo avvolse
Di squallid'ombre, e a disperar del giorno
665Sfrorzò le genti: qual Micene un tempo
Vide fuggir inorridito il Sole
Di Tieste le mense. Il fier Vulcano
D'Etna allargò le bocche, e non rotando
Al Ciel le fiamme in ver d'Italia i lidi
670Le piegò minacciose. In flebil tuono2
Latrar di Scilla i cani, e rossi flutti
Carridi gorgogliò: la sacra fiamma

  1. Le Comete, e i Fenomeni straordinarj del Cielo si riputavano dagli Antichi indizj funesti. A' nostri giorni l'Astronomia dissipò questi errori, e dimostrò che sono altri, ed effetti naturali, od aurore boreali.
  2. Prosegue a raccontare i prodigj de' quali Appiano fa il Catalogo. Ma tai fenomeni immaginò in parte il timore, in parte la credulità, in parte l'adulazione degli Scrittori.