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26 LA FARSAGLIA

500Va procelloso a flagellar le sponde.
Vengon le schiere dagl'incerti lidi
Là dove alterna il mar col suolo asciutto,
Quando il vasto Ocean s'allarga, o quando
Co' retrogradi flutti arretra e fugge.
505O il vento rapitor dal Polo estremo
L'onde travolva, e fuggitivo appiani,
Od agitata la cerulea Teti
Dalla traente Luna ondeggi e bolla;
O il fiammeggiante Sol sino alle stelle
510I nutritivi flutti e il mare inalzi;
Voi rintracciate, cui'l pensiero affanna
Del mondial sistema: a me s'asconda,
Come piace agli Dei, l'occulta forza,
Che sì spesso del mar scompiglia il seno.
515Quindi chi tiene di Nemosso i campi,
E d'Aturi le rive, ove Tarbella
Nel mar si specchia, che piacevol lambe
Il curvo lido, alza le insegne, e lieto
Al dipartir delle nemiche schiere
520Bordeau di Soiffons: Leuco s'allegra,
E Rheims valente nel lanciar i dardi,
E il Borgognon nel volteggiar maestro
Gli agil destrieri, ed il perito auriga
Degli essedi Fiamminghi, e gli Edui arditi
525Nel fingersi german col Lazio, illustre
Popol di Troja, e gli Eburon ribelli
Sparsi del sangue dell'ucciso Cotta,
E la Gallia Braccata, e desti al suono
De' cavi bronzi i Baravi feroci;
530E que' che cinge la Saona, e dove
Travolve al mar il Rodano veloce
D'Arari i flutti, e dove i bianchi gioghi