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libro primo | 93 |
Copra d’amiche tenebre
la notte il cielo o lo incilestri il giorno,
regna al mio fianco, e docile
sempre ha le grazie e la modestia intorno.
Ti volgi, amico: scendere
dal colle dei ginepri io la rimiro!
Ve’ come il sen le palpita,
e sul labbro d’amor spunta il sospiro!
In preda all’aure instabili,
il bruni-biondo crin l’erra disciolto,
ricco panier di fragole
reca, ed ha molle di sudore il volto.
Cara, t’assidi; adagiati
su questo cuor: Glauco il sudor ti terga;
indi d’annoso «malaga»
le raccolte da te fragole asperga.
Quel dì serbai quest’anfora,
in cui facil ridesti al nostro ardore:
tu liba il primo calice,
io un amplesso votivo offro ad Amore.