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libro primo | 91 |
25Fugge Discordia da queste arene
a udir di giubilo le voci ignote,
sui nuovi talami pronubo Imene
la face scuote.
Giá i sposi scendono, Raby, dal colle:
30sveglia la stridula fiamma, prepara
l’onda, e dell’umide pafie corolle
cingi quell’ara.
Giá su l’erculeo garzon che l’ama
volge la vergine gli occhi loquaci,
35e con ingenuo sorriso chiama
timida i baci.
Ridente genio d’amore aleggia
sul labbro al cupido giovin bramato,
di cui sul morbido crine verdeggia
40serto onorato.
Tronca ogni indugio: dei fidi amanti
santa amicizia le destre annodi,
e su le liriche corde tremanti
desti le lodi.
45Congiunte in cerchio danzin cantando
donzelle e giovani dell’ara intorno,
la casta Venere lieti invocando,
madre del giorno.
Ma, oimè, che torbido freme vicino,
50mentre qui scherzasi, nembo di guerra,
e incerta palpita del suo destino
l’itala terra.