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XLVIII
A Ranieri Calsabigi
(1792)
Di tua vecchiezza altera,
Morte scendea dalla magion degli anni
la precedeano in schiera
pallidi morbi e macilenti affanni.
5Giá l’infallibil telo
sul di bronzo adattava arco perenne,
quando pietoso il cielo
le veloci del fato ali trattenne.
L’arida man si morse
10la dea delusa, il micidial drappello
chiamò dei morbi e corse
a celarsi stridendo entro un avello.
Rise natura, aspersi
di vigor ricondusse i dì felici:
15ed or, Ranier, tu versi
vin fumoso di Capri ai lieti amici.
Ma, oimè! variar non ponno
le scritte dal destin leggi tremende:
tutti un perpetuo sonno,
20tutti la terra genitrice attende.
D’Ecate ingorda il nero
regno vedrai dal nostro ciel diviso,
il giudice severo
e le serbate ai pii sedi d’Eliso.