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84 odi

XLVI

In morte di Giuseppina Grappe di Vienna

camerista al servizio di S. M. Carolina Amalia
regina di Napoli

(1792)

     Giovin dell’Istro dalle belle forme,
dai languidi occhi, dal parlar giocondo,
ove fuggisti? Aimè, che cadde e dorme
sonno profondo!

     5Beltá che giova, che virtú, se questa
terra la morte d’ogni ben disgombra
appena apparso? se di noi non resta
che polve ed ombra?

     Sparve l’amica del mio cuor: perduta
10l’ho senza speme, e in quell’avel soggiorna:
invan la piango, invan la chiamo; è muta:
sparve, e non torna.

     Infida corte, ecco i tuoi premi. Il merto
esser non speri dei tuoi doni onusto:
15tien sempre invidia un precipizio aperto
accanto al giusto.

     Ma quale ascolto, dolcemente mesto,
suon di querele mormorarmi intorno?
Qual nuova appare amica luce in questo
20tetro soggiorno?

     Fuor, trapelando da una nube bruna,
rompe la mesta oscuritá notturna,
e un vivo raggio l’imminente luna
vibra su l’urna.