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72 odi



     25Pace, ritorna, inghirlandata in fronte,
e il sacro guida amico aratro! Riedano
teco la fede e l’abbondanza pronte,
e ai nostri vizi le virtú succedano.

     L’aurea si vegga dei costumi antichi
30rozza ma schietta puritá rinascere,
ed indistinte per i colli aprichi
errar le gregge rispettate a pascere.

     Io lieto, intanto, in mezzo ai campi aviti,
farò che s’erga al patrio fiume un argine,
35e agli alti pioppi sposerò le viti,
di un vitreo rivo su l’erboso margine.

     Tu, sacro ai versi miei, sacro al mio cuore,
nipote e amico, di un ondoso salice
t’assidi al rezzo, e col fuggente umore
40l’ardore estingui di un vinoso calice.

     M’abbraccia, bevi, e il vuoto nappo cedi
alla di carmi tornitrice amabile,
Berte ingegnosa, o al fervido Lampredi,
facile al bene ed alla colpa inabile.

     45Questo è Ranucci; Slop è quello, pura
anima e in cui non regna odio ed invidia:
v’è Catellacci, che talvolta fura
gli egri dei morbi alla rapace insidia.

     V’è lo studioso Bevilacqua, e il caro
50Zipoli saggio dal purgato scrivere,
che sa, di lode mal donata avaro,
far plauso al merto e in regia corte vivere.

     Quel che passeggia solitario, e sotto
reca del braccio ed un volume e un foglio,
55Fresie è, dell’arti il Mecenate, il dotto
scevro di téma e di maligno orgoglio.